Quanti pregiudizi nei confronti dei gay

  

Replichiamo alla lettera di Alcide Mosso Non si può tirare in ballo la scienza con conclusioni che non sono per nulla scientifiche

Rispondiamo alla lettera del signor Alcide Mosso, data la risonanza che ha avuto pur col poco fondamento contenuto. La sua linea argomentativa si presenta come scientifica, ma in realtà è pseudo scientifica e dichiara veri i dati che riporta senza citarne la fonte, né la loro autorevolezza. Addirittura scomodando concetti come quello di natura, su cui pensatori e filosofi si interrogano senza avere risposte, o parlando perfino di alterazioni cromosomiche. Ricordiamo che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha derubricato l’omosessualità dalle patologie mentali il 17 maggio 1990 ed ecco spiegato il perché il 17 maggio è la giornata mondiale contro l’omofobia. Ma la questione è diversa, a molti di noi sapere se ci siamo nati o diventati non interessa, è una questione mal posta e non modificherebbe nulla del nostro sentire, perché molti di noi vivono serenamente la propria omosessualità. Vorremmo anche dire che non capiamo quali manifesti ha visto, signor Mosso, poiché in un passaggio della sua lettera parla di esposizione di corpi e scopi commerciali. È quasi grottesco dirlo, ma non stiamo vendendo nulla, né tantomeno prosciutti, formaggi e bottiglie di vino e non prendiamo percentuali su niente. In merito poi all’esposizione dei corpi, dato che nei manifesti si vedono forse un polso e la faccia, c’è da dedurre che per lei, una faccia sia troppo da vedere. Suggerisce dunque il burqua? O forse lei si riferisce al bacio, nel qual caso l’unica cosa che ci sentiamo di dire è che se lei viene turbato da una manifestazione di amore, dovrebbe chiedersi perché. La questione dell’omofobia è una questione estremamente seria, signor Mosso perché, se non lo sa, ci sono persone che quotidianamente vengono offese, percosse, stuprate e anche uccise per il solo fatto di non voler nascondere il proprio orientamento sessuale e di non volerci rinunciare, e proprio sulla base delle sue presunte argomentazioni. La natura ha stabilito solo che per la riproduzione dei mammiferi servono due gameti sessuali, uno femminile e uno maschile, ma nulla ha detto e/o stabilito sulle relazioni affettive e su come debbano svilupparsi. Se vogliamo parlare di dati e di fatti, facciamolo seriamente, e se vogliamo fare appello alla natura c’è da sapere che un gran numero di specie comprende comportamenti omosessuali, ma non abbiamo mai sentito di una scimmia bonomo che abbia picchiato o aggredito un componente del suo branco per questo. Tutto ciò che lei sostiene è frutto di una mentalità che è l’esatto opposto della mentalità laica, ed è tipica di chi crede di avere la verità assoluta in tasca e vive la conseguente frustrazione di non poterla imporre a tutti. Mentalità che genera talvolta ragionamenti così perversi da togliere il fiato. Citiamo solo quello, dato che lei parla di coppie di fatto, che allargare uno stesso diritto a più individui significhi distruggere proprio quello che crea, ovvero un legame riconosciuto, lo chiami matrimonio o unione, non ha importanza, con una evidente contraddizione logica. Sarebbe ridondante dirlo, ma a scanso di equivoci, stiamo parliamo sempre di relazioni consenzienti, liberamente scelte. Se lei si sente offeso da una scelta libera e consenziente che non la riguarda e nulla le toglie, il problema è squisitamente suo. Lei poi parla di relativismo, ma anche qui lo fa acriticamente poiché esiste una morale laica molto più forte di qualunque credo e che si ispira a un principio che lei certamente conosce: non fare agli altri ciò che non si vorrebbe fosse fatto a noi stessi. Allora le chiediamo di fare un esperimento mentale e di dirci come si sentirebbe se qualcuno le dicesse che deve vivere in clandestinità una parte della sua vita dello spirito così importante come le relazioni d’amore. Come si sentirebbe se tenendo per mano la persona che ama si dovesse sentire insultare per il solo di fatto di farlo. Se lo chieda e capirà perché la questione non è una questione privata, ma è una questione di libertà.
Michela Poser, Flavio Romani, Patrizia Turchi Circomassimo Arcigay e Arcilesbica – Ferrara


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