Salerno e la rappresentazione dei trans

  

Domani 06 Giugno, Arcigay Salerno presenta, durante la convegno dell O.N.I.G, Questio, indagine sul vissuto e sulle rappresentazioni degli operatori che lavorano con persone transessuali/transgender:

Gli ultimi anni hanno visto la ribalta della “questione transessuale” troppo spesso affrontata con superficialità dai media come dalla società civile nel complesso. Stereotipi, pregiudizi, luoghi comuni, hanno determinato una percezione talvolta distorta della condizione transessuale/trans gender con ripercussioni sul benessere psicologico e psico-fisico di quanti vivono questa condizione.
Nel tempo, in ogni caso, sono sorti nel nostro Paese numerosi centri di eccellenza per la presa in carico di questi utenti, con l’ausilio di professionisti e figure specializzate, specie nel campo medico e della salute mentale.
Nonostante siano passati quasi trent’anni dall’approvazione della legge 164 che regolamente il percorso di transizione, però, molti ancora sono gli aspetti sconosciuti di questa condizione e molte sono le categorie di operatori che, pur rientrando a vario titolo nel percorso e nell’esperienza di vita di questi soggetti, sono assolutamente impreparati ad accogliere le istanze di chi vive la condizione di transessualità/transgenderismo.
Si pensi, ad esempio, al personale infermieristico come agli operatori sociali, ai medici di base come alle forse dell’ordine o al personale della scuola. Tutte categorie professionali che, nel caso della condizione transessuale/trans gender, possono diventare facilmente “first responders” rispetto ad emergenze e/o situazioni di marginalità.
Il dilagare poi di atteggiamenti sociali e culturali di omofobia e trans fobia, si aggiunge, quale ulteriore fattore di rischio, ai già numerosi aspetti traumatici e stresso geni cui le persone transesssuali/trans gender possono andare incontro nella loro esperienza di vita come del percorso di transizione.
Per queste ragioni, si ritengono opportuni e urgenti, interventi che mirino alla formazione e al supporto, degli operatori che prima di altri possono entrare in contatto con persone transessuali/trans gender e svolgere un ruolo di prima accoglienza e orientamento.
Tali interventi dovrebbero mirare non solo alla trasmissione di conoscenze e di approfondimenti sulla condizione in quanto tale, ma anche ad un percorso psicologico di scoperta dei propri vissuti e delle proprie rappresentazioni rispetto a questa condizione. Elementi di trans fobia interiorizzata, di pregiudizi e stereotipi inconsapevoli, di personali limiti nell’affrontare talune problematiche, sono infatti tutti fattori di criticità che possono rendere difficile il lavoro con persone transessuali/trans gender mettendo in difficoltà non solo gli utenti ma anche gli stessi operatori, costretti tra la necessità di adempiere ad un proprio dovere e la difficoltà a portarlo a termine in maniera adeguata.
Il benessere di chi opera, il rispetto per il lavoro e la dignità di chi lo compie, la necessità di fornire strumenti e conoscenze sempre più adeguati e l’urgenza di tutelare il benessere delle persone transessuali/trans gender dovrebbe essere l’obiettivo generale di azioni integrate di sostegno all’interno di un ambito di intervento così complesso e delicato.

h. 9-16.30 – Sala Convegni CESV-SPES (Via Liberiana 17, Roma) – Osservatorio Nazionale sull’Identità di Genere: CONVEGNO NAZIONALE


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