Arcigay Udine replica al presidente provinciale della Lega nord

  

“Evidentemente il presidente Fontanini è come il cd che avrebbe dovuto suonare il Nabucco ieri durante il congresso della Lega Nord: inceppato”. Così il presidente del Comitato provinciale Arcigay Nuovi Passi di Udine e Pordenone, Daniele Brosolo, replica alle parole lanciate dal presidente regionale della Lega Nord, Pietro Fontanini, secondo cui i “gay non sono una famiglia e non sono friulani tipici”.

“Capiamo che la Lega – prosegue Brosolo –, una volta rescisso il suo Pacs con il Pdl, ora abbia ritrovato sé stessa e abbia ricominciato con i suoi proclami sempre più razzisti. Ci spiace, tuttavia, riportare l’ex parlamentare, nonché attuale presidente della Provincia di Udine, alla realtà, ricordandogli che le coppie omosessuali sono già una famiglia. E lo sono per la maggior parte dell’opinione pubblica, checché ne dicano Fontani o Calderoli. Quella stessa opinione pubblica che, all’epoca della pubblicazione dei nostri manifesti, così come oggi dopo le dichiarazioni del presidente, ci ha attestato la sua vicinanza, solidarietà e incoraggiamento ad andare avanti”.

Nei manifesti affissi due anni fa in tutta la regione in occasione della Giornata internazionale contro l’omofobia, lo ricordiamo, sopra il bacio gay di due ragazzi e due ragazze, campeggiava la scritta “civiltà prodotto tipico friulano”. Una campagna, promossa da Arcigay e Arcilesbica Udine, sposata l’anno successivo dall’Arcigay nazionale con la scritta “civiltà prodotto tipico italiano”.

L’Arcigay di Udine e Pordenone conta oltre 2 mila iscritti. Numeri importanti, che fanno il pari con quelli della principale associazione nazionale per i diritti di gay, lesbiche, bisessuali e transessuali. A livello italiano, infatti, l’Arcigay conta più di 130 mila soci, con comitati provinciali sparsi su tutto il territorio nazionale (in regione ci sono il comitato “Nuovi Passi”, nato nel 1990 e tra i primi d’Italia, che ha competenza su Udine e Pordenone, e il comitato “Arcobaleno”, che ha competenza su Trieste e Gorizia).

“Il Friuli – spiega ancora Brosolo – è una regione da sempre simbolo di grandi valori di civiltà, tolleranza, laicità e generosità. Valori condivisi, nei quali anche gli omosessuali friulani si riconoscono. Per questo – prosegue – continueremo sempre a dare il nostro contributo aiutando ad abbattere un ulteriore muro di incomprensione, l’omofobia, che non può trovare casa nella nostra bella terra. Fortunatamente la società civile, quella fatta da persone comuni – contnua – spesso anticipa il legislatore. Ci sono sempre più uomini e donne favorevoli al riconoscimento delle unioni di gay e lesbiche. La società è pronta, lo dicono i sondaggi, lo dice la Corte di Cassazione e lo viviamo noi, che abbiamo deciso di mettere la faccia per chi ancora non si sente di farlo o non può farlo. Mi chiedo, quindi, che cosa aspetti la nostra politica a rispondere all’elementare esigenza di veder riconosciuti alcuni dei diritti fondamentali dei quattro milioni di cittadini italiani omosessuali”.

“Ci spiace quindi deludere l’onorevole Fontanini – dichiara ancora il presidente dell’Arcigay friulana –, ma il messaggio dei nostri manifesti non era che i gay sono tipicamente friulani, ma un riconoscimento alla civiltà di questa terra. Un messaggio forte che da un lato rappresentava con un bacio la spontaneità dei nostri affetti e, dall’altro, riconosceva alla terra friulana un’indubbia capacità di vivere le differenze come una ricchezza. Fontanini, pur volendosi ergere a paladino del Friuli, evidentemente non si è accorto che le persone sono molto più avanti e civili di lui. La prossima volta scriveremo il messaggio anche in friulano. Forse, così, – conclude ironizzando Brosolo – lo capirà meglio”.


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