Nozze tra persone dello stesso sesso, tribunale autorizza la trascrizione. Arcigay: “Ora tocca ai sindaci: chi crede nell’uguaglianza dia esito a questa sentenza”

  


10 aprile 2014 – “La sentenza attraverso la quale il Tribunale di Grosseto ha autorizzato il Comune alla trascrizione di un matrimonio tra persone dello stesso sesso contratto all’estero può aprire una fase nuova nel dibattito sul tema”: lo sostiene Flavio Romani, presidente nazionale di Arcigay. “Ora la palla passa da un lato al Parlamento – prosegue Romani -, destinatario dell’ennesimo richiamo implicito per il vuoto legislativo sul tema, e dall’altro ai sindaci dei Comuni italiani, per i quali si apre uno spiraglio importante per praticare, e non solo rivendicare, l’uguaglianza tra tutti i cittadini e le cittadine nei loro territori. Agli uni e agli altri spetta ristabilire il primato della politica ed esplorare non solo gli esiti di questo provvedimento ma anche tutte le possibilità di tradurre i principi ribaditi dai giudici in azioni rilevanti per la vita delle persone gay e lesbiche. Se un magistrato, attenendosi strettamente alle norme scritte e ai pronunciamenti delle Supreme Corti, riesce a garantire oggi il riconoscimento di un matrimonio tra persone dello stesso sesso in Italia, è impensabile che i legislatori e gli amministratori pubblici, a cui spetta anche l’esplorazione e il superamento dei limiti del nostro assetto legislativo, non possano mettere in campo azioni significative nella stessa direzione. Il traguardo per noi resta il riconoscimento della piena uguaglianza delle persone gay, lesbiche e trans: l’auspicio allora è che si acceleri il dibattito parlamentare sulle unioni tra persone dello stesso sesso, ponendo come obiettivo non trattabile l’estensione del matrimonio civile a tutte le coppie, omosessuali ed eterosessuali, evitando leggi pasticcio che richiedano l’intervento correttivo delle Supreme Corti, iter anomalo e tuttavia molto ricorrente, che restituisce una fotografia sconfortante della competenza di chi in questo Paese è chiamato a legiferare”.