Omofobia, pestaggio a Roma e baby gang a Milano. Romani (Arcigay): “dalla politica solo armi spuntate contro violenza e discriminazioni”

  

Bologna, 1 ottobre 2013 – “A Roma un ragazzo pestato a sangue alla fermata della metro da una testa rasata solo perché gay; a Milano un disabile omosessuale vessato, picchiato, insultato e rapinato  per mesi da una baby gang, da oggi non più a piede libero,  che l’ha costretto a vivere recluso in casa. C’è un allarme violenza altissimo oggi nel nostro Paese ma la politica si rifiuta di studiarne l’origine”: è la denuncia del presidente di Arcigay, Flavio Romani, a commento dei due fatti di violenza omofobica riportati in questi giorni sulla stampa. “Sui crimini d’odio – prosegue Romani – riceviamo dalla politica solo armi spuntate, un dibattito (prima ancora che una legge) che legittima più di quanto riesca, nei fatti, a sanzionare. C’è troppo ambiguità nel discorso sulle discriminazioni, troppo possibilismo, troppa voglia di giustificare quelle condotte come l’esercizio di una libertà. Non basta sanzionare la violenza a posteriori – attacca il presidente di Arcigay – se poi dall’altra parte si preservano gli ambienti in cui quella violenza, nel pensiero, viene coltivata, al sicuro non solo dalla legge ma perfino dal dibattito pubblico. Nessuna sanzione, per quanto severa, può funzionare da deterrente se non si è scalfita culturalmente la presunzione dei violenti di essere nel giusto. Chi oggi non affronta la radice del problema – conclude Romani – quella violenza la sta tutelando”.