Reggio Emilia, prefetto annulla trascrizioni di matrimoni same sex. Arcigay: “Per corrispondere a un ministro scellerato si ignorano le sentenza della Magistratura”

  

Piazza_duomo_(Reggio_emilia)_01_municipio
Bologna, 29 aprile 2014 – “È la Caporetto della Giustizia”: Flavio Romani, presidente di Arcigay, commenta amaro la notizia dell’annullamento da parte del prefetto di Reggio Emilia delle trascrizioni dei matrimoni tra persone dello stesso sesso celebrati all’estero. “Nonostante ormai diversi tribunali abbiano stabilito l’illegittimità della circolare del ministro Alfano e nonostante quelle stesse sentenze  abbiano messo in chiaro che quell’annullamento non è tra le disponibilità dei prefetti, si è comunque dato seguito al diktat del Viminale, umiliando cittadini e cittadine che già erano dovuti andare all’estero per formalizzare le loro unioni. Siamo pervasi da un senso di rabbia e impotenza – prosegue Romani – perché quando nemmeno il ricorso alla Giustizia ristabilisce la differenza tra le procedure legittime e gli abusi, significa che vengono lesi i presupposti stessi della nostra Repubblica. Ormai si governa con la prepotenza, vessando cittadine e cittadini, con la consapevolezza di compiere un abuso ma con l’arroganza di chi crede di essere nella posizione di poterlo fare. Nel frattempo il Parlamento, su una legge ripiego che non è il matrimonio ma le unioni civili, prende tempo, come se le attese dei cittadini e delle cittadine omosessuali fossero diverse, meno importanti, per nulla urgenti rispetto alla legge che si sta facendo passare a colpi di fiducia. E il premier, dal canto suo, oltre a non agire in nessun modo sull’operato illegale di Alfano, di fatto legittimandolo, continua a snocciolare annunci per ogni stagione, tanto che oggi può comodamente riutilizzare lo slogan di un anno fa, “unioni civili entro l’estate”, dal momento che non si è premurato di specificare l’anno”. “Nello sconforto di queste ore – conclude Romani – trasmetto la solidarietà di tutta Arcigay alle coppie colpite da questo ingiusto provvedimento”.