Lettera aperta al sindaco Alessandro Antichi

  

Grosseto lì, 01/10/2002

Egregio Sig. Sindaco di Grosseto

L’art. 3 della Costituzione Italiana, recentemente confermato dalla Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea proclamata a Nizza, afferma l’eguaglianza e la pari dignità di ogni persona quale principio fondamentale della Repubblica ed impegna i poteri legislativi di Stato e Regioni a rimuovere le discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e identità di genere per garantire pari opportunità a ciascun individuo nei suoi rapporti con le istituzioni pubbliche e con gli altri consociati.
Legislazioni che vietano le discriminazioni per orientamento sessuale nella società, sui luoghi di lavoro, nella sanità e nelle scuole sono presenti in gran parte dei paesi europei e in molte altre nazioni. In particolare, molte legislazioni nazionali e regionali introducono strumenti per il superamento delle discriminazioni per orientamento sessuale sui luoghi di lavoro: ad esempio i nuovi codici del lavoro francese, irlandese, sloveno e israeliano e la legge regionale della Sassonia per il superamento delle discriminazioni contro gay e lesbiche. Sono complessivamente undici i paesi europei in cui il divieto di discriminazione per orientamento sessuale ha dato luogo a leggi specifiche, ma nel novero vi sono anche nove province del Canada, cinque stati australiani ed undici stati USA.
Attualmente non vi è in Italia alcuna specifica previsioni legislativa per il superamento di tali discriminazioni che, peraltro, dopo la recente riforma costituzionale, involgono anche materie di competenza regionale.

Arcigay Toscana, in collaborazione con l’associazione Ireos di Firenze, con l’AGEDO – Associazione genitori, parenti ed amici di omosessuali – e con il movimento Identità Transessuali – sezione Toscana – ha presentato alla presidenza della Regione Toscana un ricco articolato che sviluppa il principio del divieto di discriminazione nelle materie di competenza regionale.

La Regione Toscana è terra delle libertà e delle differenze. San Bernardino Da Siena, in una predica del 1425, si lamentava che in Toscana il reato di sodomia non fosse punito a sufficienza. Nonostante ciò, le leggi contro l’omosessualità colpirono, tra gli altri, Leonardo da Vinci, Benvenuto Cellini e Sandro Botticelli. La Toscana è anche la terra di Michelangelo e dei suoi sonetti omoerotici, ed ancora del bisessuale Niccolò Machiavelli. In coerenza con la sua vocazione libertaria, la Toscana fu perciò il primo stato in Italia ad abolire le leggi che penalizzavano l’omosessualità: lo fece il Granduca Ferdinando III già nel 1795, pochi anni dopo la rivoluzione francese.

Oggi la Toscana ha una nuova opportunità: mettersi in prima fila in una battaglia in cui l’Italia è indubbiamente uno dei fanalini di coda dell’Europa, che apertamente discriminano le coppie omosessuali e quelle non sposate. Il tempo ormai nella società è maturo. Solo la classe politica non è pronta, timorosa di urtare sensibilità ormai minoritarie nel paese.

Pertanto riteniamo che la Vostra Amministrazione Comunale possa contribuire affinché questo progetto vada in porto dando pubblicamente parere positivo alla mozione a sostegno della Legge Regionale che abbiamo presentato al Consiglio Comunale del prossimo Giovedì 03 ottobre. Invitiamo quindi Lei e tutto il Consiglio Comunale a rendersi protagonista in tal senso.

Abbiamo avuto modo nei mesi scorsi di apprezzare le sue dichiarazioni e le sue idee sempre aperte nei confronti di tutte le minoranze e delle diversità in genere, sappiamo che non si tirerà indietro di fronte ad una battaglia per le libertà cosi’ essenziale ed importante. Non è soltanto la battaglia di una minoranza o di una parte politica, gli articoli di questa legge sono fatti per tutelare e garantire libertà di scelta a tutti, indipendentemente dall’orientamento sessuale, il credo religioso, l’identità di genere, il sesso o l’etnia e non hanno colore politico, stanno a fondamento del pensiero laico democratico e liberale a cui la Sua persona ha manifestato più volte d’ispirarsi.

Per chi è
Per tutti i cittadini italiani e dell’Unione Europea, per tutti coloro che soggiornano occasionalmente nel territorio della Regione, per i cittadini extracomunitari che vivono in Toscana e per tutti coloro che in Toscana hanno trovato rifugio dalle persecuzioni e dalle limitazioni dei loro diritti umani e civili causate dalla loro identità sessuale.
Cosa fa
Garantisce parità di accesso ai servizi scolastici e alla formazione professionale, ai servizi sociali e sanitari delle AUSL e degli Enti Locali; garantisce la piena tutela dei diritti del lavoratore.

Le conseguenze pratiche della nuova legge regionale
• Se la legge regionale che abbiamo proposto verrà approvata allora:
• La Regione attraverso la formazione, l’aggiornamento e la qualifica del personale farà sì che il personale dei suoi uffici ed enti adotti linguaggi e comportamenti che siano rispettosi delle differenti identità sessuali, personali, etniche e religiose, tanto quando si rivolgono al pubblico quanto tra colleghi.
• In un’ottica pluralistica dell’etica e della società, il Comitato regionale per le comunicazioni dovrà monitorare i media locali per identificare linguaggi e contenuti che possano essere discriminatori o lesivi della dignità delle persone omosessuali e transessuali. Inoltre garantisce la possibilità d’espressione delle persone omosessuali e transessuali sui media locali, con i loro vissuti, le loro esperienze, le loro necessità.
• Ciascuno sarà libero di designare la persona a cui fare riferimento per ricevere il consenso ad un determinato trattamento terapeutico, permettendo così alle coppie di fatto, omosessuali o eterosessuali di scegliere che a decidere della propria vita sia il/la proprio/a partner. Le autorità sanitarie saranno tenute ad informare gli utenti di questa possibilità e a rispettare le decisioni degli utenti. La possibilità di assistere il malato in ospedale, fino ad oggi concessa solo ai parenti ed al coniuge, viene ora estesa anche alla persona che viene designata dal malato, così da assicurare che le coppie di fatto possano prestarsi reciproca assistenza anche in caso di malattia.
• La Regione garantirà il diritto all’autodeterminazione. Le AUSL, tramite i consultori, dovranno sostenere attivamente questo diritto e lavorare per il superamento delle barriere psicologiche e sociali che si frappongano alla libertà di scelta della persona.
• Il diritto all’autodeterminazione è garantito anche dal divieto di intraprendere trattamenti sanitari per cambiare orientamento o identità sessuale su minori di 16 anni, fatto salvo il sostegno psicologico nello sviluppo della personalità dell’adolescente. Per i maggiori di 16 anni tali trattamenti sono possibili solo su richiesta dell’interessato che deve poter essere libero di decidere per se stesso; gli operatori sanitari ed i medici di base, in stretto contatto con i consultori, devono rispettare la dignità e la riservatezza dell’utente anche analizzando insieme a lui tutte le possibili alternative.
• La Regione dovrà promuovere campagne per la prevenzione dell’HIV specifiche per la comunità gay e dovrà realizzare un sistema di servizi di assistenza domiciliare che consenta la permanenza di un malato con patologia invalidante a casa, anche attraverso una rete di solidarietà facendo leva sull’aiuto della cosiddetta “famiglia allargata” (compagno/a di vita, ma anche amici e amiche) e attraverso convenzioni col volontariato
• La Regione sosterrà economicamente la formazione degli operatori dei consultori e del personale sanitario, nonché la creazione ed il potenziamento dei servizi atti a promuovere e tutelare il diritto all’autodeterminazione. Le AUSL, per migliorare i propri servizi, stipuleranno convenzioni con le associazioni ed i gruppi locali competenti che concorreranno a costituire una rete di solidarietà per gli utenti.
• La formazione professionale dovrà essere fatta rispettando l’orientamento e l’identità sessuale degli individui. In particolare, per le persone transessuali dovranno essere approntati programmi specifici di formazione. Qualora venga dimostrato, anche da dati fonti di fatto indirette, che una ‘azienda discrimina a causa dell’orientamento o dell’identità sessuale, questa azienda non potrà essere ammessa a contributi pubblici.
• La Regione promuove il principio di uguaglianza e sostiene una politica delle differenze anche nel turismo. I servizi di informazione ed assistenza turistica della Regione indicano i locali “gay friendly” e quelli che osservano particolari prescrizioni etico-religiose nello svolgimento di attività di ristorazione. E’ fatto divieto agli esercenti di imprese turistiche e commerciali del settore, pena sanzione amministrativa e sospensione delle autorizzazioni, di discriminare i propri clienti o di fornire loro un servizio di minor livello a causa del loro orientamento o identità sessuale, di una inabilità fisica o psichica, dell’appartenenza a gruppi etnici extraeuropei o perché professano una religione diversa dalla cattolica.

Davide Buzzetti
Presidente Arcigay Grosseto "Leonardo da Vinci"


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