Al confine fra maschile e femminile

  

Da "Il Domani di Bologna" del 12.11.03
Da domani incontri, convegni, proiezioni e concerti incentrati sul tema del genere sessuale
Al confine fra maschile e femminile
La prima edizione del festival voluto dal Cassero tiene a battesimo la Manifattura delle Arti. Parla Daniele Del Pozzo, direttore di "Gender Bender"
di Sabrina Camonchia

Abbandonata, in un certo senso, la vecchia militanza che per anni l’ha contraddistinto, il circolo Arcigay Il Cassero si apre alle continue e multiformi evoluzioni della contemporaneità. E lo fa con un festival in grande stile, dal titolo inequivoco "Gender Bender. Slittamenti del maschile e del femminile", da domani a domenica 23 novembre. Realizzata in collaborazione con CultNetworkitalia, la rassegna, oltre ad avere il merito di affrontare in modo non stereotipato i temi legati al genere sessuale, riunisce per la prima volta tante realtà bolognesi.
Prende corpo, finalmente, il progetto della Manifattura delle Arti, il nuovo polo culturale sorto nell’antica area portuale di Bologna che raccoglie il Cassero, appunto, la Cineteca comunale, le sale del Lumière, il Dipartimento di Musica e Spettacolo dell’Università, l’Istituto di Scienze della Comunicazione.
Daniele Del Pozzo, che del festival è il direttore artistico, spiega le ragioni che hanno portato alla prima edizione di "Gender Bender". Allora, con questo festival si tiene il battesimo della tanto declamata Manifattura delle Arti. È stato difficile lavorare tutti insieme? «C’è voluto del tempo, ma ce l’abbiamo fatta perché la Manifattura si presenta come luogo ideale per la realizzazione e l’ospitalità di un festival. Abbiamo cominciato a lavorare lentamente con i diversi soggetti, forti delle collaborazioni del passato. All’inizio si trattava di piccoli segmenti, poi ha preso corpo un progetto più vasto. È nato così "Gender Bender". Anche dal punto di vista logistico, il passaggio da un luogo all’altro è naturale, senza difficoltà».

Cos’è "Gender Bender"? «È un festival che intercetta e decifra le evoluzioni, assai rapide, con cui mutano gli immaginari legati al genere sessuale. È un festival, per noi, innovativo, multidisciplinare, che prevede incontri, convegni, proiezioni, concerti. Che affronta un tema trasversale, in continuo
mutamento, il cui senso spesso ci sfugge perché gli stimoli e gli esempi, in questo senso, non mancano».
Cioè? «Noi non ci facciamo nemmeno più caso, ma gli esempi abbondano: le dive iperfemminili, ma caratterialmente mascoline, del cinema americano, Lara Croft nei videogame, le apparizioni di mamme transessuali nella serie televisiva Friends, ma si potrebbe andare avanti ancora». Viviamo, comunque, un’epoca contraddittoria: da un lato Madonna che agli Mtv Awards bacia Britney Spears, dall’altro le coppie omosessuali che ancora faticano a farsi riconoscere alcuni diritti. «Indubbiamente è saltata la divisione fra maschile e femminile, ma il nostro è un periodo plastico, fatto di forte liberazione ma anche di grande ritorno all’ordine. Per questo "Gender Bender" può essere uno strumento utile a liberarsi da certi pregiudizi».

Che fine ha fatto il "Festival internazionale di cinema gay e lesbico" messo in piedi dal Cassero? «È chiaramente stato soppiantato da "Gender Bender". Abbiamo individuato un tema più vasto, lasciando da parte la militanza di un
tempo. Forti delle esperienze e delle collaborazioni avviate in passato con la Libera Università Omosessuale, del trasloco da porta Saragozza, abbiamo creato un festival interdisciplinare che dà corpo allo spirito della Manifattura, una rassegna, insomma, che può interessare davvero tutti. Il messaggio finale, insomma, deve essere chiaro. Ognuno deve essere libero di inventarsi e crearsi la propria identità».

Solo in via Don Minzoni ci sono 5mila iscritti
Da vent’anni all’avanguardia lo riconosce anche il Comune
La perla: una biblioteca di livello europeo
di Luca Molinari

Uno dei simboli della cultura a Bologna e di un certo tipo di città, libera e accogliente perché libera da pregiudizi. In oltre venti anni di attività, il circolo "Il Cassero" ha conquistato un posto di primo piano nel panorama culturale e politico bolognese tanto che, spiegano i responsabili «ha avuto un riconoscimento politico anche dall’attuale amministrazione comunale». Riconoscimento che ha assunto la forma della nuova sede di via Don Minzoni, la Salara, in cui il circolo si è trasferito l’anno scorso abbandonando la storica sede del cassero di Porta Saragozza, diventando di fatto la prima associazione a occupare spazi all’interno del complesso culturale della
Manifattura delle Arti. «La nuova sede – spiega Paolo Salerno, coordinatore del Centro di Documentazione Cassero – ha permesso di estendere le nostre attività sia culturali sia sul versante del divertimento: è stato il riconoscimento del ruolo di pubblica utilità della nostra associazione». Una pedana all’aperto per le serate estive, una ricca biblioteca di genere e poi iniziative culturali fanno del Cassero uno dei cuori pulsanti della città.

Il circolo è aperto tutto l’anno dalle 10 alle 24. Non si chiude nemmeno il giorno di Natale quando, spiega Salerno, «organizziamo la tombolata». Il successo del Cassero è testimoniato dal grande numero di soci. «A Bologna – spiega Sergio Lo Giudice, presidente nazionale dell’Arcigay – su otto mila iscritti all’Arcigay ben cinque mila sono al Cassero». Punto di forza del circolo di via Don Minzoni è la biblioteca, una delle più ricche in Europa per quel che riguarda volumi sulla cultura gay e lesbica. «È il più grande centro di documentazione omosessuale in Italia» prosegue Salerno, che ricorda come la biblioteca sia inserita nel circuito delle biblioteche italiane e come abbia ottenuto da tempo l’abilitazione al prestito, diventando così meta obbligatoria per studenti, ricercatori e professori universitari interessati all’argomento dell’identità e della cultura gay e lesbica. Decine di iniziative e migliaia di iscritti, simboli del successo dell’organizzazione del circolo che, però, non può essere disgiunto dalla città. «L’alto numero di iscritti – spiega Daniele Del Pozzo, responsabile attività culturali del Cassero – è dovuto anche al fatto che Bologna da sempre è considerata e vista come un’isola felice, dove regna un livello molto alto di tolleranza».


Da "Il Resto del Carlino" del 13.11.03
Gender Bender, slittamenti del maschile e del femminile

Cosa ‘entra Yukio Mishima con Lady Oscar? E le fight girl con le velone?
Potrebbe sembrare il paradosso il tema centrale del festival Gender Bender, slittamenti del maschile e del femminile, che si apre oggi (fino al 23 novembre), in vari spazi della Manifattura delle Arti. E invece il filo conduttore è lo slittamento delle identità e la loro messa in discussione. Tematiche, queste, più che mai attuali, per le quali il direttore del festival, Daniele Del Pozzo, ha decisamente trovato un nome intrigante: Gender Bender, ovvero «piegatore di genere», denominazione che abbatte e scavalca qualsiasi luogo comune. Del resto, già dalla sua ubicazione, nel nuovo polo culturale di Bologna, il festival ha eliminato molti steccati: «Gender Bender», proposto dal’Arci Gay il Cassero in via Don Minzoni 18, coinvolgerà per convegni, proiezioni e concerti il Lumiére, i dipartimenti di Musica e Spettacolo e Scienze della Comunicazione della Manifattura delle Arti. Appuntamento centrale del festival che debutta alle 20 al Lumiére, sala 1, col film Yokoku del 1965 e la regia di Mishima, è il programma dedicato appunto al’opera dello scrittore giapponese Yukio Mishima: un convegno (14 e 15 novembre) e una retrospettiva cinematografica, gli eventi principali. Da domani a domenica al Lumiére panoramica sulla programmazione televisiva con visioni di Lady Oscar, La Principessa Zaffiro e ‘anteprima nazionale di Six Feet Under. Info: www.genderbender.it.


Da "Il Manifesto" del 18.11.03 di Pierfrancesco Pacoda
«Gender Bender», a Bologna un festival degli slittamenti

È un gioco, complesso, edonistico, evanescente, quello delle classificazione. Le «rivolte dello stile» hanno azzerato le barriere, i generi sono diventati linguaggi, ‘identità maschile e quella femminile sono destinate a procedere per impercettibili slittamenti. Questo suggerisce Gender Bender, il festival, inaugurato a Bologna (fino al 23). Un racconto per immagini e suoni, una catalogazione, a tratti accademica, a volte attratta dal superkitsch, ospitata nello spazio della Manifattura delle arti, gioiello di archeologia industriale, destinato a essere workshop della creatività avant garde cittadina.
Tutto è iniziato con il convegno, organizzato dal Dams e dedicato a Yukio Mishima (con tanto di retrospettiva cinematografica, in programma il rarissimoYokoku, unico film diretto ed interpretato dallo scrittore), tutto finirà con un convegno, il 22 e 23, per celebrare «Streghe, sante e Madonne postmoderne», ovvero i paradisi mediatici femminili, la guerra degli stereotipi che passa non soltanto, adesso, dalle figlie ingrate, ma anche (e soprattutto) dalle icone ai confini del cyber (Lara Croft…) del consumo pop (le veline, le velone), degli scenari da b-movie a base di arti marziali. Di «Nuove frontiere del’esibizione del corpo femminile nei mass media» discuterà Carlo Freccero sabato 22 alle 16 (via Azzo Gardino, 14). E poi techno bodies, lesbo chic e trans glam, il piacere della citazione, le possibilità che si dischiudono alla catalogazione, quando vanno in scena, appunto, «gli slittamenti del maschile e del femminile».
Da non perdere la notte di domani al Cassero (via Don Minzoni, 18), con il trio di ragazze terribili-dj, Chicks on Speed, tre studentesse del’Accademia di belle arti di Monaco, che uniscono ‘irruenza del punk anni `70, con ‘estetica electro del decennio successivo, tra chitarre distorte e suoni filtrati da vecchi computer analogici. Karl Lagefield le ama follemente, così come buona parte dei designers di moda più sperimentali, lo stilista Jeremy Scott le considera fonti di ispirazione per la nuova collezione che presenterà, con le dj in passerella, a Tokyo a marzo. Loro si divertono a costruire canzoni-oggetto, pezzi di plastica sonori (come il nuovo album, 99 Cents) dove le identità svaniscono. La perfetta essenza di Gender Bender. Il festival è organizzato dal Cassero Gay Lesbian Center.


INFO
Circolo Arcigay Il Cassero
Via Don Minzoni 18, 40121 Bologna
Tel 051.6494416 Lun — Ven 10-13 + 14-19
Fax 051.6495015
Groundfloor aperto tutti i giorni dalle 21
Telefono Amico Gay Mar — Ven 20 — 23 tel. 051.555661 [email protected]
LiberaMente Gruppo di Incontro e Confronto
Ogni 2 domeniche 18-20 [email protected]
Centro di documentazione 051.557954 [email protected]
Lun, Mar, Mer 14-19 + 21-24 Gio,Ven 14-19
www.cassero.it
www.genderbender.it
[email protected]


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