Musiche differenti

  

Da La Repubblica del 30.04.07 – di GIUSEPPE VIDETTI

RUFUS WAINWRIGHT, "IO, GAY PRIMADONNA CONQUISTO IL METROPOLITAN"

Incontro a Londra col cantautore che sta scrivendo un´opera lirica

Rufus Wainwright

Rufus Wainwright

LONDRA – Una sera al London Palladium, come mezzo secolo fa. Sul palco la grande orchestra, davanti al microfono un ragazzo gay di trentatré anni che fa il verso a Judy Garland. È l´idea più stravagante che il cantautore Rufus Wainwright si sia messo in testa: ricantare per intero il concerto che Judy tenne nel 1961 alla Carnegie Hall, e successivamente al Palladium, esattamente come si ascolta sul disco della divina (Judy at Carnegie Hall, appena ristampato) che, come sottolinea Rufus, «diventò schiava e vittima della fantasia americana», per tutti un mito, per gli omosessuali un´icona.

«Mi sono trasformato in Judy Garland perché avevo bisogno di qualcosa che mi occupasse la mente tra un album e l´altro. Ascoltavo continuamente quel disco in macchina e ci cantavo sopra. Poi, all´improvviso, ho avuto il bisogno di rigurgitare tutto quello che avevo appreso. Così è nata l´idea del concerto. Il cd-live dell´evento sarà pubblicato a settembre», racconta Wainwright, figlio del cantautore Loudon Wainwright III e della folk singer Kate McGarrigle, che l´11 maggio pubblica Release the stars, prodotto da Neil Tennant dei Pet Shop Boys.

È il quinto album del più ricercato cult-singer degli Stati Uniti, un privilegiato del gay rock, che di solito resta confinato nell´underground. Il grande Cole Porter nascose per tutta la vita la propria omosessualità dietro un matrimonio di convenienza, Elton John ci ha messo vent´anni a dichiararsi gay, Freddie Mercury non ha mai fatto un vero e proprio coming out. Wainwright, invece, fa parte di quella esigua schiera di artisti che hanno sfidato lo show business rivelando fin dall´esordio le proprie inclinazioni sessuali, come la cantante kd lang, il gruppo Scissor Sisters, Melissa Etheridge, Antony, e in tempi più remoti la cantautrice canadese James Ian.

Nella nuova canzone «Going to a town» lei recita: «Sono stanco dell´America… «. Vuol dire che ha deciso di trasferirsi in Europa, magari a Berlino, dove vive il suo compagno? Che l´America di oggi è troppo conservatrice per un artista gay?

«Abito a New York, non ho ancora deciso di espatriare, a meno che non mi costringano a farlo dopo aver ascoltato questa canzone. È un brano che ho composto in un quarto d´ora, al pianoforte, e le parole sono venute spontaneamente, insieme alla musica, come se all´improvviso mi fossi fatto portavoce di un pensiero sugli Stati Uniti che da qualche anno aleggia in tutto il resto del mondo. E più la canto, più mi sembra di non parlare al paese, ma a un amante con il quale ho avuto un´intensa relazione e con il quale incomincio ad avere qualche problema.

Ormai da qualche tempo ho smesso di pensare a Bush come al responsabile primo dei problemi del mondo, perché credo che tutti i paesi industrializzati sottovalutino e trascurino imperdonabilmente le piaghe che ci affliggono, che si tratti di Aids, dell´ambiente o dei diritti civili. La più grande ipocrisia è che tutti si professano profondamente religiosi, predicano l´amore per Gesù, ma tradiscono quotidianamente i suoi insegnamenti. Nonostante l´immagine dell´America si sia notevolmente offuscata durante l´amministrazione Bush, lì aleggia sempre un certo spirito di libertà, una sorta di speranza che stento a ritrovare altrove. Ho vissuto qui in Europa, mi sono trovato benissimo, ma l´America sarà sempre la mia casa».

Ora che ha un rapporto stabile, il primo della sua vita come ha rivelato al pubblico del Palladium, ha messo la testa a posto?

«C´è una parte di me che è sempre in cerca dell´amore anche quando sono innamorato. Io sono decisamente un gay adoratore di Afrodite, eterna dea dell´amore, uno costantemente alla ricerca dell´impossibile, capace d´innamorarsi di una statua (ce n´è una nella copertina del suo ultimo cd, ndr».

Lei dice: «Sono stanco di essere un cult-singer, voglio diventare una star». Come Judy Garland?

«Mi piacerebbe fare un po´ di soldi e accrescere il mio potenziale pop. Ma d´altro canto penso anche che il mondo, in questo momento, ha bisogno di musica che aiuti a riflettere, di contenuti, ed è quello che sto cercando di fare. È lo stesso discorso che fanno artisti come Antony, Scissor Sisters o mia sorella Martha (Wainwright). Ero molto ambizioso agli esordi, spietatamente determinato a diventare famoso, a far parlare di me. Artisticamente ci sono riuscito, ma sono rimasto estremamente deluso dal fatto di non aver avuto schiere di fans che mi aspettavano fuori dal camerino e un autista a disposizione. La mia casa discografica mi aveva prospettato scenari da grande star e io ci avevo creduto. È ancora un´immagine che mi porto dietro come un cagnolino. Judy è il mio idolo, ma so che è stata una vittima dello show business, io invece sto imparando a indirizzare positivamente la mia ambizione. Ora sono alle prese con la composizione di un´opera per il Metropolitan di New York, s´intitola Prima Donna e racconta un giorno nella vita di una cantante d´opera. Ecco, il mio sogno adesso è quello di comporre almeno tre opere che vengano rappresentate per i prossimi due secoli».

Quali sono i suoi modelli?

«Sono un divoratore di Verdi, Wagner, Puccini, Bellini e Berlioz. "Do I disappoint you", in apertura del nuovo disco, è decisamente influenzata dalla Sheherazade di Rimsky-Korsakov e un po´ anche da Mahler. Da ragazzino adoravo Cyndi Lauper, Prince, Eurythmics e Tina Turner. Poi a 14 anni ho avuto una sorta di folgorazione ascoltando il Requiem di Verdi. Mio padre era molto confuso da queste stravaganze musicali. Una volta entrò nella mia stanza e mi trovò rannicchiato in un angolo; singhiozzavo ascoltando in cuffia "Rex tremendae" dal Requiem. Pensò che non fossi un adolescente molto sano. Ma poi dovette arrendersi al fatto che ero gay e volevo essere un artista. Deve aver pensato: meglio intossicato di opera che di eroina».

L´opera è certamente la strada più ardua per arrivare al successo planetario cui lei aspira. Di Callas ce n´è una sola.

«Ho imparato che il successo arriva attraverso vie misteriose, quando meno te lo aspetti. Questo è l´errore che ho commesso come cantante pop: essere troppo caparbiamente aggrappato all´idea del successo».

Qual è stato il momento più gratificante della sua carriera?

«Lavorare con Burt Bacharach. Mi ha fatto sentire diva, una nuova Dusty Springfield!»


Comunicato stampa associazioni LGBT bolognesi

' arrivato un bastimento carico di…. violenza, sessismo, omofobia!

Le realtà gay, lesbiche e trans di Bologna contro i concerti sessisti e omofobi

Le associazioni e le realtà gay lesbiche trans di Bologna apprendono con preoccupazione che Estragon e Link intendono accogliere i concerti di Capleton e Beenie Man, musicisti famosi nel mondo per le loro canzoni intrise di fondamentalismo religioso, che inneggiano al rogo di gay e lesbiche e veicolano 'odio per ogni diversità.

Non possiamo e non vogliamo permettere che questi soggetti attraversino i luoghi della cultura di questa città e, in particolare, quelli che dovrebbero rappresentare spazi di critica verso certi messaggi. Le forme culturali apertamente patriarcali, sessiste ed omofobe, sono il brodo di coltura nel quale la sopraffazione cresce e diventa un linguaggio maggioritario e uno stile di vita.

Viviamo già quotidianamente le prediche, le pressioni, le ingerenze della Chiesa cattolica e del Vaticano, le loro continue invadenze e il loro infinito blaterale sulla famiglia tradizionale, sul'omosessualità, sul'aborto e sulle scelte delle donne. Viviamo giornalmente 'aggressività e il fondamentalismo di chi vuole imporre un ordine religioso, magari spacciato per ordine "naturale" o "biologico", ai comportamenti sessuali e ai modi di vivere delle persone.

Nel'ultimo anno in Italia abbiamo assistito ad u'escalation di violenze ai danni di lesbiche, gay, transgender: (solo per citare gli ultimi avvenimenti) lo stupro, a Viareggio, ai danni di una lesbica al'uscita di un locale e il tentativo da parte di Forza Nuova di impedire lo svolgimento del Pride a Catania. Tutto questo avviene in un clima montante di agguati, dove la cultura del'aggressione, del'intolleranza e delle lame, si insinua e si dispiega nei meandri della società e si mette in pratica nelle vie delle nostre città.

Non possiamo permettere che messaggi e forme di comunicazione esplicitamente fasciste, reazionarie, sessiste ed omofobe continuino a propagarsi liberamente e ancor peggio, attraversino tutti quei luoghi che dovrebbero invece essere il punto di partenza della lotta alla violenza sessista e machista. Dobbiamo icominciare a reclamare una cultura di qualità, libera da sopraffazioni, intolleranza e ipocrisia.

E sarebbe ipocrita accogliere questi cantanti e le loro lettere in cui si impegnano a non proporre canzoni omofobiche in occasione dei concerti che terranno a Bologna. Questa sarebbe censura e a noi non interessa. Noi non vogliamo che cantino le loro canzoni né a Bologna né in nessu'altra parte del mondo.

CAPLETON, BEENIE MAN, SIZZLA, ELEPHANT MAN BOLOGNA VI RIFIUTA!
e rifiuta tutti quelli che, come voi, promuovono apertamente 'odio e 'intolleranza.

IMPEDIAMO QUESTI CONCERTI !

Arcilesbica Bologna
Arcigay Il Cassero
Antagonismo Gay
Fuoricampo Lesbian Group
MIT — Movimentò Identità Transessuale

Queste le traduzioni di alcuni testi

Elephant Man – A Nuh Fi Wi Fault (Non ' colpa nostra)
Battyman fi dead! [Froci a morte!]
Please mark we word [Segnati queste parole]
Gimme tha tech-nine [Dammi un mitra]
Shoot dem like bird [Sparagli come fossero uccelli]
Two women gonna hock up inna bed [Due donne a letto]
Tha's two Sodomites dat fi dead [Queste due sodomite dovrebbero morire]
When yuh hear a Sodomite get raped [Quando senti di due lesbiche stuprate]
But a fi wi fault [Non ' colpa nostra!]

Elephant man – Log on
Dance wi a dance and a bun out a freaky man [Unisciti alla nostra danza, andiamo a bruciare i froci]
Step pon him like a old cloth [Saltagli sopra come fossero un cencio]
A dance wi a dance and a crush out a bingi man [Unisciti alla danza, schiacciamo i froci]
Do di walk, mek mi see the light and di torch dem fast [Forza, voglio vedere gli accendini e le torce!]

Beenie Man – Bad Man Chi chi man (I froci sono cattivi)
If yuh nuh chi chi (queer) man wave yuh right hand and (NO!!!) [Se non sei frocio alza la mano e urla NO!]
If yuh nuh lesbian wave yuh right hand and (NO!!!) [Se non sei lesbica alza
la mano e urla NO!]
Some bwoy will go a jail fi kill man tun bad man chi chi man!!! [Alcuni
ragazzi andranno in galera per averne uccisi altri e li cominceranno a fare
sesso gay]

Beenie Man – Roll Deep
Roll deep motherfucka, kill pussy-sucker [Uccidi chi fa sesso orale]
Tek a Bazooka and kill batty-fucker [Prendi un bazooka e uccidi i froci]

Capleton – Bun out di Chi chi – (Brucia i froci)
Bun out ah chi chi, Blood out ah chi chi [Brucia i froci, distruggili]
Batty dem ah fuck and ah suck too much pussy [I froci si scopano e fanno sesso orale]
Blood out ah chi chi, Blood out ah shitty [Distruggi i froci, distruggi questi stronzi]

Sizzla – Pump up (Alza il volume)
Step up inna front line [Salta sulla linea del fronte]
fire fi di man dem weh go ride man behind [Brucia gli uomini che lo prendono
di dietro]
Shot battybwoy, my big gun boom [Spara ai froci, la mia grossa pistola fa boom]


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