Il Cassero reagisce a Caffarra

  

“Non può che sconcertare l’iniziativa dell’Arcivescovo di Bologna che proprio nell’anniversario della Carta di Nizza (La Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea), ma soprattutto nel giorno in cui in tutti i Paesi dell’Unione entra in vigore il Trattato di Lisbona, sceglie di esporsi in un irrituale pressing pubblico sulla Finanziaria regionale per impedire l’allargamento dell’accesso ai servizi anche alle coppie conviventi, eterosessuali ed omosessuali.

Ricordo che il Trattato di Lisbona è il primo documento internazionale della storia che proibisce la discriminazione per orientamento sessuale, principio ribadito in ben due articoli, e sancisce il diritto per tutti di formare una famiglia.

Caffarra invece arriva ad argomentare nella sua missiva che "Se è ingiusto trattare in modo diverso gli uguali, è ugualmente ingiusto trattare in modo uguale i diversi".

E dice una grande inesattezza, innanzitutto, in quanto i cosiddetti Dico di Errani regolerebbero l’accesso ai servizi, non il trattamento erogato, che si determina invece interpolando numerosi parametri.

Questo Caffarra lo sa bene, ma dall’alto del suo pulpito sceglie di diffondere inesattezze e di far apparire come uno scempio quello che il resto del mondo chiama “pari opportunità”.

Ma soprattutto il Cardinale rimarca con le sue parole una distanza tra questa Chiesa e il modello di democrazia che l’Europa si è posta: e nella Regione in cui la democrazia è stata conquistata con il sangue certe prese di distanza viene spontaneo guardarle con sospetto.


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