Arcigay e Polis Aperta. Gay e esercito: è necessario netto cambiamento

  

Non ci sorprende la denuncia esposta a Klauscondicio dal generale Fabio Mini, già comandante generale della Forza internazionale di pace in Kosovo, sulle difficoltà che vivono i gay nell’esercito e su soldati costretti al silenzio rispetto al loro orientamento sessuale per evitare intoppi di carriera.
Il generale, a differenza del Ministro della Difesa Ignazio La Russa che ha sostenuto che nell’esercito non esiste alcuna discriminazione o differenza di trattamento per omosessuali e lesbiche, ha espresso con estrema chiarezza la situazione di vergognosa invisibilità a cui sono costretti a vivere decine di soldati e soldatesse.
E’ necessario un netto cambiamento di rotta e proprio domani, in occasione della riunione delle associazioni di polizia gay d’Europa, sarà illustrato ai giornalisti il lavoro contro l’omofobia e la transfobia nelle Forze di Polizia e nella società della rete europea e una proposta una road map per l’Italia, con una conferenza stampa (alle 11:30 a Roma presso la sala conferenze dell’Associazione Centofiori, via Goito nr. 35 in Roma), a cui sono stati invitati i massimi vertici politici, militari e civili organizzata da Polis aperta, un’associazione di persone glbt che svolgono prevalentemente il proprio servizio nelle forze di polizia e nelle forze armate .
Paolo Patanè, presidente nazionale di Arcigay
Nicola Cicchitti, presidente Polis Ap


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