Seminatori di libertà

  

Arcigay va a congresso in un momento in cui i diritti delle coppie gay e lesbiche hanno conquistato il centro del dibattito politico. Come era accaduto per il divorzio e l’aborto negli anni Settanta, la richiesta di una legge sulle coppie di fatto non riguarda solo i possibili beneficiari, ma rappresenta il segno di un profondo cambiamento culturale dell’Italia.

Le questioni che abbiamo posto, il riconoscimento della pari dignità delle persone lgbt e della pluralità delle famiglie, scardinano convinzioni consolidate e rendite di posizione di chi, da pulpiti religiosi o politici, pretende di dettare norme di comportamento lontane dalla realtà. Non a caso i nostri avversari, a partire dal Vaticano, sono scesi in campo per esercitare una pressione mai vista sullo Stato italiano. Per fortuna il paese la pensa in modo diverso, e i sondaggi ci dicono che anche fra la base cattolica le unioni civili sono viste come una misura necessaria di progresso.

Il governo Prodi, grazie all’iniziativa della ministra Barbara Pollastrini, ha costruito una proposta di legge sui diritti dei conviventi. Ma il testo finale dei Dico, mediato fra le diverse forze di governo, non ci piace perché tace sul riconoscimento del valore sociale delle nuove famiglie e perché i diritti previsti sono difficili da ottenere o legati a periodi eccessivamente lunghi di convivenza. Per questo abbiamo proposto al parlamento dieci modifiche (vedi pag. 6).

Per chiedere a governo e parlamento di approvare una buona legge sulle unioni civili, e di farlo ora, una grande folla si è riversata il 10 marzo scorso in Piazza Farnese. È stato un momento molto importante della mobilitazione unitaria del movimento lgbt, che ci vedrà di nuovo uniti in piazza il 9 giugno a Roma per il Pride 2007.

Questo periodo entusiasmante di mobilitazione e di lotta per i nostri diritti vedrà un’occasione importante di discussione nel nostro congresso. Saranno migliaia le socie e i soci di Arcigay che si riuniranno da Aosta a Siracusa per discutere le due mozioni in campo e partecipare così a definire il cammino futuro dell’associazione.

Sarà un congresso importante che dovrà saper parlare all’Italia. Gay, lesbiche, bisessuali e transgender in questi anni sono protagonisti di una rivoluzione dei costumi e della mentalità. Anche se rimane un fenomeno diffuso di invisibilità lgbt, le vite e le esperienze di molti e molte di noi sono definitivamente uscite dall’armadio di una cupa clandestinità e si presentano al centro dell’attenzione dell’opinione pubblica come testimonianze di innovazione. Porteremo avanti questo compito con determinazione, contando prima di tutto sull’impegno concreto di quelle 180.000 persone che hanno in tasca una tessera Arcigay. Riempiamo quella tessera di contenuti partecipando in prima persona alle attività dei nostri comitati provinciali. Per essere, ognuno ed ognuna di noi, protagonisti di una nuova stagione di diritti e seminatori di libertà.


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