Vecchi Tempi

  

L’ Associazione Artistico Culturale “Pegaso” presenta
“VECCHI TEMPI” di Harold Pinter
Regia di Gennaro Paraggio
Dal 28 Aprile al 3 Maggio 2009 – Ore 21.15, Domenica ore 19.00
Teatro Agorà 80 – via della Penitenza 33, Roma – tel. 06 6874167
Con: Maura Bonelli (Kate), Mario Fazio (Deeley), Giuliana Meli (Anna)
Aiuto regia: Mario Fazio
Biglietto: intero 14 €, ridotto 12 €, CRAL 10 € (INCLUSA TESSERA ASSOCIATIVA)

A soli tre mesi dalla scomparsa del premio Nobel Harold Pinter, l’associazione “Pegaso” porta in scena a Roma una delle sue opere più complesse, dai contenuti ambigui e velatamente audaci, per la presenza di un amore saffico e di un menage a trois mai apertamente dichiarati.

In associazione allo spettacolo, la prima edizione del concorso d’arte “ART ON STAGE”, dal titolo “Oltre lo specchio”. Gli artisti selezionati avranno la possibilità di esporre a rotazione le opere “on stage” – sul palco, come parte della scenografia – durante le serate della messinscena. Al vincitore, un viaggio in Europa per due persone.

“Vecchi tempi” è una delle opere più complesse di H. Pinter (Premio Nobel per la letteratura). Scritta nel 1970, ha avuto pochissime rappresentazioni ed ogni critica che la riguarda non include mai un punto fermo, un’interpretazione chiara. Questo perché Pinter riesce a scavare nell’animo dei personaggi in modo così profondo da “scoprire il baratro che sta sotto le chiacchiere di tutti i giorni” (motivazione per cui è stato insignito del Nobel).
I protagonisti assoluti sono il tempo e il ricordo, che si impossessano della vita degli unici  tre personaggi.

Anna e Kate sono state molto amiche quando avevano circa 20 anni. Dividevano la stessa casa e la loro giovinezza si è sviluppata vivendo alla giornata e frequentando tutti gli ambienti intellettuali di Londra; dai teatri ai concerti alle gallerie d’arte. Per Anna, Kate è un’amica da viziare e coccolare ma è anche una bellissima ragazza per la quale nutre, forse, una sorta di innamoramento. Il legame tra le due è talmente forte che Anna arriva ad immedesimarsi del tutto nell’amica, a rubarle i vestiti, la biancheria, la sua gioia di vivere, i ricordi.
Trascorrono dieci anni da questi fatti e Deeley e Kate si ritrovano nella loro casa di campagna ad attendere la visita di Anna ed è da questo momento che il testo prende il via. I tre si relazionano su diversi livelli ma alla base c’è un gioco erotico, una sensualità che da Anna si propaga verso Kate e Deeley.

Come accade nella maggioranza delle opere di Pinter, i personaggi si muovono all’interno di ambienti domestici, fumano, portano avanti dialoghi serrati che, per Anna e Deeley, rappresentano veri e propri duelli in cui il trofeo è Kate. Grande forza assumono, tra le rapide battute, i lunghi monologhi in cui emerge il cardine del testo: il ricordo. Ogni personaggio ha dei ricordi differenti, propri, pur riguardanti gli stessi fatti e ciò ci impedisce di capire cosa sia accaduto veramente. D’altronde fu lo stesso Pinter a dire che “quando ci guardiamo allo specchio stiamo in realtà guardando una serie infinita di riflessi”…

Giuliana Meli


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