La nostra solidarietà a Marco Coppola

  

L’associazione Rainbow Valsesia Vercelli comitato promotore Arcigay Valsesia Vercelli esprime profonda indignazione per l’aggressione violenta alla quale è stato sottoposto l’amico, Marco Coppola. Il ragazzo, che si trovava in compagnia di amici e del fidanzato Daniel, in una discoteca di Luino, è stato brutalmente aggredito da un buttafuori perché stava ballando con il suo ragazzo su un cubo. Insultati,derisi e picchiati la coppia e i loro amici, tra di loro anche eterosessuali, sono stati costretti a chiamare i carabinieri e l’ambulanza. La prognosi per molti di loro supera i 10 giorni ospedalieri. Ancora un grave caso di violenza contro ragazzi omosessuali che non sarà sanzionato giustamente come dovrebbe,ossia come atto di violenza a sfondo omofobico.

In Italia infatti mancano le aggravanti per il reato di omofobia e molte sono le vittime che, dopo aggressioni violente, non trovano giustizia. Pochi mesi fa la proposta del ministro Concia che chiedeva una legge sulle aggravanti omofobiche non è passata lasciando così la comunità LGBT ancora una volta indifesa. Speriamo che presto venga presa in considerazione a livello governativo, la possibilità di ampliare la legge Mancino, legge di riferimento per la tutela dalla discriminazioni in Italia, che assicura protezione contro le discriminazioni motivate da condizioni razziali, etniche, nazionali o religiose. L’orientamento sessuale,dopo un lungo dibattito, fu però deliberatamente lasciato fuori dalla formulazione, nonostante le proteste di chi, in prima persona, viveva abusi e violenze non regolamentati, vedi la comunità LGBTQI. Intanto le associazioni LGBT del territorio nazionale continuano a lavorare affinché ciò accada, di modo che tutti i gruppi di persone che subiscono discriminazione di diverso genere, vengano protetti e difesi giustamente e per fare in modo che la società italiana faccia quel salto in avanti verso un miglioramento del livello di civiltà e verso il miglioramento delle condizioni di vita di un numero sempre maggiore di persone. Questo è lo spirito con il quale lavoriamo, eterosessuali e omosessuali insieme, per far capire ad una società eterocentrista che, nel 2012, è anacronistico perseguitare le persone per il loro orientamento sessuale o per la loro identità di genere e che bisognerebbe capire che l’essere omo-bi-transessuali non ha nulla a che fare con una qualsivoglia forma di perversione. Stima, affetto e solidarietà vadano a Marco, Daniel e i loro amici!


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