Democrazia e diritti civili ai tempi del Coronavirus

  

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Il Coronavirus non solo mette a rischio la nostra salute, ma anche la nostra democrazia e i nostri diritti civili e politici. Viktor Orban, il premier ungherese, approfittando dell’emergenza del coronavirus, ha ottenuto pieni poteri per governare per decreto senza limiti di tempo, estromettendo il Parlamento dal controllo. Tra i suoi primi atti ha disposto che il  dato anagrafico registrato alla nascita sui documenti di identità non sarà più modificabile, pertanto, in Ungheria, alle persone trans è negato il mutamento di sesso all’anagrafe, è negato il diritto ad vere riconosciuta la propria identità .

Anche in Slovenia il primo ministro Janez Janša ha ottenuto pieni poteri, attraverso un iter che ha forzato la Costituzione e che i principali media non hanno esitato a definire colpo di stato.

Tali decisioni evocano momenti bui come quelli dell’ascesa del nazismo. Purtroppo è proprio analizzando ciò che è accaduto in Germania prima dell’avvento del nazismo a doverci indurre ad essere vigili. La Repubblica di Weimer ebbe una vita travagliata e non resse ai contraccolpi della crisi economica mondiale del 1929. Colpita dalla depressione e dalla inadeguatezza dei mezzi per far fronte alla disoccupazione dilagante, fu messa in crisi dall’ascesa dell’uomo forte, il tristemente noto Adolf Hitler, eletto cancelliere nel 1933.

La storia ci ha quindi insegnato che la morte della democrazia e l’avvento della dittatura può avvenire per gradi, in un contesto emergenziale, facendo leva sulla paura e i bisogni delle persone, che acconsentono “volontariamente” a derogare alle regole democratiche con la speranza di vedere risolti, in tempi brevi, i propri bisogni primari: la vita, la salute , la sussistenza.

Anche in Italia abbiamo assistito ad un irrituale uso dei DPCM, decreti del Presidente del Consiglio, con i quali sono stati introdotti limiti alla libertà di circolazione, rinviate le consultazioni elettorali, limitata la libertà d’impresa. Sono state introdotte sanzioni, anche gravi e altrettanto hanno fatto taluni governatori regionali; l’esercito è stato chiamato a svolgere compiti di ordine pubblico.

Provvedimenti eccezionali, giustificati dall’emergenza sanitaria. Ma ciò nonostante è nostro compito, di ciascun* cittadin*, ribadire che tale modo di procedere non può diventare regola. È compito di ciascun* di noi, e quella della magistratura in particolare, vigilare e denunciare gli eventuali abusi. L’introduzione, ad esempio, di sanzioni per condotte non tassativamente specificate, persino modificate e reinterpretate in un brevissimo lasso di tempo, lasciano spazio a una ampia discrezionalità ai soggetti che devono comminare le sanzioni. Il clima e le norme emergenziali espongono i cittadini a possibili abusi, vigiliamo quindi.

Ma di più , siamo tutti chiamati a collaborare affinché la nostra democrazia sia capace di rispondere ai bisogne delle persone onde scongiurare l’ascesa al potere del populista-demagogo di turno, in stile Orban, che metterebbe certamente in pericolo le liberà e i diritti civili di ciascun* di noi.

 

Salvatore Simioli – Responsabile Giuridico Arcigay

 

 


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