L’orgoglio gay colora Grosseto

  

Da "Gay.it" di Giulio Maria Corbelli
IL PRIDE CONQUISTA GROSSETO
Circa trentamila persone hanno sfilato oggi per la manifestazione nazionale dell’orgoglio glbt. Un successo che ha coinvolto tutta la città.

Bandiere a Grosseto

Bandiere a Grosseto

GROSSETO – C’era un gruppo di ragazzi milanesi, al corteo del Pride di Grosseto, che agitavano le bandiere dei paesi europei che hanno già riconosciuto le unioni omosessuali: un cartello al collo evidenziava l’assenza nell’ordinamento italiano di leggi simili. C’era la bandiera svedese, olandese, spagnola, belga, francese, e altre ancora. Non c’era la bandiera italiana. Il tema delle unioni civili è stato al centro delle rivendicazioni anche del Toscana Pride, così come lo era in quello di Milano e lo sarà alla manifestazione romana del 3 luglio. "Vogliamo diritti per le coppie omosessuali" il messaggio centrale del corteo.

E di coppie ce n’erano tante tra i trentamila partecipanti di Grosseto, coppie lesbiche e coppie gay, pronte a scambiarsi un gesto d’affetto e affermare la loro dignità, in una località certamente poco avvezza a confrontarsi con la visibilità delle unioni omosessuali. Ma la prima città con meno di centomila abitanti ad ospitare un Pride nazionale ha accolto l’invasione con divertita e pacifica curiosità. Mentre sfilava ieri a Grosseto un corteo come sempre colorato, pieno di musica e di rivendicazioni, migliaia di cittadini si assiepavano lungo i marciapiedi o si sporgevano dalle finestre, per sorridere o anche solo osservare questo curioso serpentone colorato. Un serpentone che è partito intorno alle 16 dalla periferia di Grosseto, deciso a conquistare il centro storico: e dopo chilometri sotto il sole, una delle più allegre manifestazioni di rivendicazione politica che la nostra società abbia mai concepito, si è mostrata alle commesse dei negozi del centro, che hanno ballato e applaudito festanti al ritmo della musica proveniente dai carri, si è offerto agli obiettivi dei tanti fotografi improvvisati che si sporgevano dai balconi per immortalare le presenze più stravaganti, ha applaudito e salutato le tante famiglie e i tanti anziani che già da ore si erano conquistati un posto sul marciapiede per non perdersi lo spettacolo.

"Certo fa un po’ strano vedere la gente che ci osserva dai lati delle strade – dice Dario, al suo primo Pride – Ho fatto tante manifestazioni, e non ho mai visto gli spettatori assiepati lungo il percorso. Sembra un po’ di essere un circo…". "Non sono d’accordo – ribatte subito il suo amico Lorenzo – Il Pride è l’unica manifestazione che porta il sorriso e il divertimento; è normale che la gente sia curiosa. Non sarebbe peggio se rimanessero chiusi in casa o abbassassero le saracinesche? Almeno così ci conoscono, si rendono conto che siamo persone come tutti, e con la conoscenza, si superano i pregiudizi".

Da questo punto di vista, e non solo da questo, Grosseto ha dato prova di grande apertura. Nessun incidente, neanche nei giorni che hanno preceduto la manifestazione, ha turbato l’atmosfera di serenità del Pride. E la sfilata ha potuto conquistare la piazza del Comune e del Duomo senza che l’imponente schieramento di polizia che era stato predisposto fosse chiamato a muovere un dito. Anzi, alcuni agenti, stanchi di aver poco da fare, si sono messi a osservare il corteo insieme con i cittadini, e Grosseto ha conosciuto un momento di unità e forza davvero inusuale.

Tantissimi i carri presenti alla manifestazione: tra i più seguiti, naturalmente quello del locale circolo Arcigay Leonardo Da Vinci, che con una musica potente e trascinante ha fatto ballare centinaia di persone. Tra queste, Davide Buzzetti, presidente del circolo e portavoce di questo Pride, che dopo mesi di lavoro infaticabile, si è goduto la festa del corteo scatendandosi insieme con il suo compagno sul carro del circolo. Una coppia, la loro, che è diventata in città manifesto di visibilità e trasparenza, con interviste e foto sui giornali locali. Davide non nasconde la sua soddisfazione: "Siamo in trentamila, siamo contenti, davvero contenti – dice – Grosseto non sarà più la stessa".

Molto seguito anche il carro del Cassero, che ha lanciato in tutta la città cartoline sul sesso sicuro, preservativi e palloncini colorati. Ma c’erano anche il CIG di Milano, con le sue tante bandiere europee, e persino l’Arcigay di Cosenza con un simpatico camper "travestito". E poi ancora i Raeliani, tutti vestiti di bianco, che invitavano a sbattezzarsi, e l’Agedo con un carro che ha permesso a decine di mamme di ragazzi gay e ragazze lesbiche di seguire tutto il corteo senza affaticarsi troppo. Particolarmente numerosa la presenza lesbica: oltre alle bandiere viola di Arcilesbica, molti i gruppi al femminile che hanno preso parte al corteo, a viso scoperto. LesPrides, il coordinamento lesbico della manifestazione, che ha anche curato l’inaugurazione ufficiale del Toscana Pride al Polispazio Queer di Firenze tre settimane fa, ha fatto davvero un ottimo lavoro di aggregazione con tutte le realtà lesbiche italiane.

Ad aprire il corteo una banda comunale, il cui concerto, a dire il vero, era un po’ soffocato dall’assordante "bum-bum" della house proveniente dai carri. Subito dopo il gonfalone del Comune di Viareggio, l’unico ad aver accolto l’appello lanciato da Arcigay Toscana a tutti i comuni della Regione di partecipare al Pride; quindi i rappresentanti delle istituzioni, tra cui l’assessore regionale Enrico Rossi.

Ma la presenza gay del corteo era guidata da Catello, napoletano Mister Leather Italia, a cavallo della sua moto fiammante. Anche lui, nonostante l’abbigliamento in pelle, le borchie e l’aspetto da "master", è stato salutato con cordialità e affetto da tutta la cittadinanza. C’è stato persino un barista che gli ha offerto da bere per ristorarlo dalla forte calura: un vero segno di complicità al di là delle diversità di orientamento.


Da "L’Unità" del 20.06.04 di Massimiliano Frascino
Un fiume di colori
GROSSETO Quella che nell’immaginario collettivo è considerata la provincia profonda, ha risposto con entusiasmo alla “chiamata alle armi” degli organizzatori del Gay Pride Toscana 2004. Ieri pomeriggio a Grosseto, sotto un sole cocente, lungo il percorso della Parade erano assiepate migliaia di persone per salutare i manifestanti. Tra la gente il sentimento prevalente era la curiosità; anche i più morbosi e prevenuti, che pure non mancavano, hanno aspettato la sfilata dei carri, insieme a tanti anziani ed a tante famiglie.

L’orgoglio gay colora Grosseto
Tante persone al corteo. Presente anche il presidente della provincia Scheggi

L’apoteosi della manifestazione è stata in centro, dove manifestanti e grossetani hanno letteralmente intasato le centralissime e contigue piazza Dante Alighieri e piazza Duomo, ingolfando anche le vie circostanti.

Una famiglia al Pride

Una famiglia al Pride

Ad aprire il corteo, la filarmonica Città di Grosseto, seguita da una nutrita delegazione dei Ds grossetani, guidata dal neoletto presidente della provincia Lio Scheggi, in compagnia del segretario provinciale Luca Sani, del consigliere regionale Loriano Valentini, e poi l’assessore regionale Enrico Rossi, il segretario comunale dei Ds David Corsi ed il capogruppo in consiglio comunale Moreno Canuti. Subito dopo il primo carro del Pride, con musica a tutto volume e decine di manifestanti che lo scuotevano ballando.

Naturalmente assente il centrodestra grossetano istituzionale, a partire dal sindaco Alessandro Antichi, evidentemente non a proprio agio con i diversi, salvo quelli di GayLib, associazione omo di destra con la quale era stato organizzato un convegno in mattinata.

Decisamente sovradimensionato il servizio d’ordine, con tanto di elicottero della polizia che ha sovrastato il corteo per tutto il pomeriggio. Il contrasto tra il rigore delle divise di polizia e carabinieri, i colori sgargianti del corteo e la serenità divertita delle famiglie assiepate lungo le strade del percorso, comunque, ha contribuito a dare l’idea del mix delle tante diversità che convivono in una stessa società.

«Grosseto non sarà più la stessa – ha dichiarato un entusiasta Davide Buzzetti, portavoce del Pride e presidente del locale circolo Arcigay ‘Leonardo’. La città ha risposto benissimo accogliendo i manifestanti con grande cordialità. I grossetani non sono andati tutti quanti al mare, ma sono rimasti in città per partecipare insieme a noi al Pride. In centro c’era talmente tanta gente, che per la confusione non siamo riusciti nemmeno a fare il previsto kissing di massa, a sostegno dell’approvazione del Patto civile di solidarietà (Pacs), per il riconoscimento giuridico delle unioni di fatto».

L’oscar della giornata va honoris causa ad un anonimo bambino che parlottava con un suo coetaneo, al seguito dei genitori, di ritorno dallo “spettacolo”. «A me, mi sembra che siano proprio normali, come noi», ha detto la creatura evidentemente ricredutasi rispetto all’idea dei gay che qualcuno gli aveva trasmesso.

Allegro e soddisfatto il segretario provinciale dei Ds, Luca Sani: «questo Pride – spiega – è stato una ventata di libertà che ha smosso le acque, riportando al centro dell’attenzione delle persone il tema della tolleranza reciproca e del rispetto dei diritti civili. Sotto il profilo politico, ribadisco lo schieramento dei Ds a favore della tutela giuridica delle coppie di fatto, attraverso l’approvazione del Patto civile di solidarietà, che proprio in una logica non discriminatoria riguarda tutte le unioni civili, non solo quelle fra gay. È chiaro che questi temi hanno più visibilità in un giorno come questo, ma occorre tenere vivo il dibattito. Perciò auspico che il Consiglio regionale toscano approvi velocemente la Legge contro ogni forma di discriminazione sessuale e di genere, che è oramai pronta da tempo».

Nella delegazione diessina, c’era anche il rieletto e neoinsediato presidente della Provincia di Grosseto, Lio Scheggi. La Provincia, tra l’altro, è stato l’unico ente pubblico, insieme alla Regione Toscana, a sostenere economicamente la manifestazione grossetana. «Quella di oggi – ha dichiarato Scheggi – è un bella giornata di libertà, nel corso della quale Grosseto ha dato una grande dimostrazione di civiltà, dimostrando che il rispetto delle diversità è nel suo Dna civico. Ogni diversità ha diritto di far parte della nostra comunità e questa giornata è la dimostrazione che si tratta di un dato di fatto, non di un semplice auspicio. Devo dire bravi agli organizzatori – ha concluso – ed un grazie a vigili urbani e forze dell’ordine che hanno controllato con discrezione la situazione, prevenendo eventuali provocazioni».

Conclusione ieri a tarda sera, all’ex Enaoli di Rispescia, con la kermesse di Patty Pravo.

Da "L’Unità" del 20.06.04 di Delia Vaccarello
GROSSETO, L’ONDA DEL GAY PRIDE CONQUISTA LA PROVINCIA
Colori, canti e voci di libertà e amore scuotono la città. Joela e Ada: «Mamma, posso sposarmi con lei?»

Gli Stati dove le uniuoni gay sono legali

Gli Stati dove le uniuoni gay sono legali

GROSSETO Bandiere arcobaleno e note di Patti Pravo per le vie di Grosseto tra migliaia di manifestanti. «I gay? Non mi garbano e le lesbiche mi danno fastidio»: sotto il palazzo di giustizia, tra una folla di gente che osserva il corteo del pride nazionale, c’è una donna di 23 anni che incarna una delle «anime» della provincia italiana: senso di ripulsa verso gli omosex misto a curiosità. La nostra interlocutrice, che non vuole rilasciare neanche il nome di battesimo, è venuta a vedere il corteo del pride, aperto dalla banda comunale seguita da un carro dello storico circolo Cassero di Bologna su cui una cinquantina di manifestanti balla e inneggia all’amore e ai suoi diritti. Il «fastidio» è diffuso a macchia di leopardo in una cittadina in cui, a dire di un’altra grossetana, il 60% delle persone è omosex e non lo dice. «A me non fanno né caldo né freddo — dice la signora Susi, divorziata – Il matrimonio gay? Visto il casino che abbiamo fatto noi etero perché non devono provarci loro?». Signori, va in scena la provincia. Ora si tinge di chiusura negli occhi dell’uomo over cinquanta, rabbuiati e rifiutanti: «No, non risponde». Ora si apre nel sorriso amichevole di Enrico, ieri in borghese, ma di norma in servizio presso le forze dell’ordine: «Ci voleva una manifestazione così, altrimenti a Grosseto si muore di pizzichi». Il pregiudizio? «Una quindicina di gay noti è rispettata e inserita nel tessuto cittadino, gli altri sono troppo nascosti». E sorpresi, certo, da due ragazze diciottenni, Joela Laghi e Ada Rigacci (loro sì pronte a rilasciare il nome) fidanzate da sei mesi e fasciate da un cartellone rosa con la scritta: «Mamma, posso sposarmi con lei?». «Le mamme? Ci hanno accolte o almeno ci provano».

La giornata si era aperta con un dibattito in Comune dal titolo «Il centrodestra e i diritti dei gay» alla presenza di esponenti di Gaylib (associazione gay di destra) e di Forza Italia, mentre al museo archeologico venivano esibite le opere di Marco Silombria, gli affascinati della realtà, mostra allestita su iniziativa del comune. Ed ecco l’altro aspetto di questo Pride di provincia: l’interesse della destra sul fronte della cultura omosex, un tema che ha già fatto la sua comparsa con la candidatura di Cecchi Paone alle europee per Fi. Mentre le Poste, prima volta nella storia, hanno dato il via libera ad un annullo postale: per 60 giorni si potrà far timbrare una raccomandata con il logo del Gay Pride.

Il valore della manifestazione è nella possibilità di rottura di quel velo di omertà che nei piccoli centri del nord, come al sud, ricopre la realtà dell’amore omosex. «La visibilità è fondamentale, finché non ci vedono restiamo per molti solo fantasmi — dice Titti De Simone di Rifondazione comunista — a Lucca una ragazza lesbica ha denunciato di essere stata stuprata, lì Forza Nuova si fa sentire. Sfilare in provincia ha senso oggi più che mai». Vanni Piccolo, unico preside gay dichiarato, dice di aver percepito forme di resistenza in alcuni giovani grossetani che avevano, però, solo bisogno di essere incoraggiati ad abbandonare i pregiudizi.

Il corteo intanto sfila, gli striscioni di Arcigay si affiancano a quello della Lista Lesbica Italiana; un carro travestito da maialino con la scritta «no more lies» (non più bugie) è vicino a quello delle mamme dell’Agedo, associazione dei genitori degli omosessuali, il Mit (Movimento transessuali italiani) balla quasi al completo , con le statuarie persone trans insieme a Marcella Di Folco. Non mancano le rappresentanze del Sud, «Garcia Lorca» e «Coming Out», e i circoli del Nord. Tutti (per citare alcuni nomi: Gigliola Toniollo Cgil, Franco Grillini, Niki Vendola, Andrea Benedino dei Cods e tantissimi altri ancora) sono venuti a Grosseto, perché, come dice Wladimir Luxuria vestita da Euro, «anche i gay vivono in provincia». Sul palco arriva un messaggio dell’eruodeputato gay friendly Nicola Zingaretti, ds. E Rossana Praitano, alla testa del Mario Mieli, che si prepara a lanciare il pride di forte segno politico a Roma con parata il 3 luglio, segnala: «Da domani forse una lesbica, un gay, una persona trans di Grosseto avranno un po’ di coraggio in più». La serata si conclude, tra bambole che girano, pensieri stupendi e voce davvero unica di Patti Pravo. Con lei ci auguriamo che nelle menti degli «ancora nascosti» nasca il pensiero stupito e «stupendo» della libertà.

Da "Il Manifesto" del 20.06.04
GAY PRIDE 15 mila a Grosseto per i diritti

Quindici mila persone (poco più della metà per la questura) hanno sfilato ieri in corteo a Grosseto per il Gay Pride 2004, fra colori, canzoni e musica…
Quindici mila persone (poco più della metà per la questura) hanno sfilato ieri in corteo a Grosseto per il Gay Pride 2004, fra colori, canzoni e musica. In testa al corteo Franco Grillini, deputato dei Ds e fondatore dell’Arcigay, accompagnato da numerosi esponenti diessini locali. «Le famiglie di fatto e le coppie omosessuali rappresentano una risorsa per la società – ha dichiarato, in polemica soprattutto con il cardinal Trujillo, contrario alle coppie di fatto – perchè favoriscono la coesione sociale, le amicizie, gli affetti e la solidarietà. Chi afferma il contrario o è in malafede o parla di cose che non conosce». L’ultima giornata del Gay Pride 2004, che si è conclusa ieri sera con un concerto di Patty Pravo, è stata anche l’occasione per i Radicali di allestire tavoli per la raccolta di firme per il referendum contro la legge sulla procreazione assistita. Le Poste Italiane, in occasione del Gay Pride, hanno emesso uno speciale annullo filatelico con la scritta «No more lies», non più bugie.


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